È merito di John Woodhouse, figlio di un negoziante di Liverpool, la creazione del vino tipico che porta il nome della città di Marsala.
È il 1773 quando questo commerciante inglese in cerca di salsola sodica da cui trarre la cenere di soda per la produzione di vetro e sapone in Inghilterra, in una taverna si imbatte in un vino che gli ricorda lo Sherry ed il Madeira apprezzati nella penisola iberica.
L’intuizione è grande: trasportare in Inghilterra il vino siciliano miscelato con il 2 per cento di alcool per via del trasporto marittimo che impiega dai trenta ai quaranta giorni.
Verso la fine del diciottesimo secolo, numerosi inglesi si trasferirono a Marsala e diedero un impulso senza precedenti allo sviluppo dell’agricoltura legata all’industria enologica del territorio.
In Inghilterra esso acquistò tanta rinomanza ed il governo inglese ordinò che la flotta del Mediterraneo, sotto il comando dell’Ammiraglio Horatio Nelson, ne venisse provvista.
Fu redatto così un contratto tra Woodhouse e l’Ammiraglio Nelson per la fornitura di 500 pipe all’anno alle navi inglesi in navigazione nel Mediterraneo.
In quel periodo storico nel marsalese la coltivazione della vite non era molto estesa, essendo quella dell’ulivo e del sommacco più semplice e redditizia; la classe contadina era molto povera ed il Woodhouse sentì la necessità di operare una trasformazione nell’economia agricola della campagna.
Cominciò, quindi, ad anticipare capitali ai contadini al fine di incentivare l’impianto dei vigneti, con la condizione però che questi gli concedessero l’uva ed il vino al prezzo che lui stesso avrebbe stabilito all’epoca del raccolto.
Questo particolare contratto tra il commerciante ed il produttore di vino prendeva il nome di “Mustu obbligatu”.
John Woodhouse non fu però l’unico inglese ad interessarsi dei prodotti siciliani, molti infatti erano i commercianti inglesi che agli inizi del 1800 commerciavano con la Sicilia.
Un posto di primo piano spetta anche a Benjamin Ingham che impiegò i suoi capitali a sostegno dello sviluppo dell’industria enologica a Marsala.
Ad Ingham va il merito di aver migliorato la qualità del vino dando inizio alla moderna tecnologia enologica e di aver innovato la rete commerciale puntando su qualificati agenti di vendita non solo in Europa ma anche in America, così favorendo l’esportazione negli Stati Uniti, Brasile e Oceania.
Con il passare del tempo l’esempio imprenditoriale inglese aveva cominciato a coinvolgere possidenti e proprietari terrieri marsalesi che iniziarono produrre e commerciare i loro prodotti. Tra questi anche le Cantine Vinci fondate nel 1947.